DANIELE ORSATO PROFETA IN PATRIA: L’APPROCCIO ALLA GARA È FATTO DI PICCOLI DETTAGLI, MA NON DI DETTAGLI PICCOLI

  • 3 Novembre 2023

 

La quarta Riunione Tecnica Obbligatoria (RTO) della Sezione di Schio ha avuto un relatore molto speciale, ovverosia l’arbitro internazionale Daniele Orsato, afferente alla Sezione stessa.

Come ricorda il Presidente Michele Dalla Vecchia, “si tratta di una fortuna al di là dell’immaginabile avere in casa uno dei migliori direttori di gara a livello mondiale, quando tutte le altre devono fare la fila per avere la possibilità di una serata con lui”.

La riunione è stata improntata su un linguaggio deciso, diretto, lineare e semplice, così come naturale per Daniele. Anche perché “a livello sezionale ci si deve concentrare sulla corsa, sull’impegno, sul metterci testa. Le sofisticherie, i termini inglesi, ecc. vanno lasciati ad altre categorie con diverse prerogative.”

Difatti, egli stesso non ha voluto mostrarci episodi di sue gare recenti nazionali ed internazionali, in quanto “le problematiche che si incontrano sono totalmente diverse. Occorre parlare ai ragazzi dì ciò che la domenica si trova in campo, delle loro partite.”

Egli stesso, a fine riunione, ha mostrato alcune clip di una finale del Torneo Città di Vicenza Giovanissimi (ora Under 15) da egli diretta ormai 30 anni fa.

Ma questo è stato alla fine. Perché solo alla fine si è arrivati a fischiare l’inizio della gara.

Ha infatti tenuto un’intera riunione focalizzandosi sulle cose da fare precedentemente alla partita, che sono molte se si vuole fare tutto bene, ribadendo più volte che “dobbiamo ancora fischiare”.

La partita ha inizio dal momento stesso in cui riceviamo la mail con la designazione l, anzi in realtà ancora prima con l’allenamento atletico costante.

Di conseguenza la prima cosa da fare per orientarsi e prepararsi all’evento è vedere dove si trovi il campo, l’orario e il giorno d’inizio, la classifica delle due squadre.

Già una prima buona infarinatura per comprendere l’andamento dell’incontro.

Come affermato da Daniele, “con le attuali tecnologie a disposizione, tutte queste informazioni sono a portata di clic. Una volta non era così, ma chi aveva VOGLIA si preparava lo stesso. Oggi, non è pensabile di arrivare agli eventi impreparati”.

Fare festa fino a notte fonda, prepararsi la borsa all’ultimo minuto (magari dimenticando a casa parte dell’occorrente), cercare il campo nel momento esatto in cui si sale in auto, ecc. sono a detta sua, e realmente, segnali d’allarme che indicano che l’arbitro non è appassionato della partita che è chiamato a dirigere. Ora sta arrivando la “brutta” stagione.

“Partire da casa avendo già deciso che, viste le condizioni meteo, non si giocherà, sono le situazioni che testimoniano un arbitro che non si impegna e che non è concentrato. Ed è una mancanza di rispetto per tutti: per le squadre che si sono allenate per quella gara e si sono recate al campo, per gli altri colleghi che magari sarebbero andati più volentieri e che rischiano di rimetterci la faccia per l’operato del direttore inadeguato.”

All’arrivo al campo la prima persona ad accoglierci sarà il custode e come ribadito da Daniele questa persona ha un ruolo importante in quanto può darci in modo affidabile tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno: quanto velocemente si asciuga il campo, come si comporta il meteo, lo stato d’animo della squadra, quale sarà l’andamento emotivo della partita; è inoltre spesso la persona responsabile del terreno di gioco, della segnatura delle linee, del ripristino delle reti e tutto il resto. È quindi saggio dimostrarsi sin da subito gentili e disponibili, perché “quello è il nostro primo biglietto da visita”.

Una volta arrivati sul posto e calpestata l’erba, la prima cosa da fare è controllare se ci siano quelle cose senza le quali il regolamento impedisce di giocare una partita validabile: le 4 bandierine ai calci d’angolo. Successivamente, controllare le reti, le linee, i cancelli e l’ambiente circostante. “Prevedere il prevedibile per saper gestire l’imprevedibile.”

Un’altra importante opinione su di noi le squadre la concretizzano nel momento dell’appello, primo reale approccio plenario con le compagini: come evidenziato da Daniele, “una volta che è uscito dallo spogliatoio, i calciatori e i dirigenti parlano dell’arbitro. Dall’appello cercano di carpire la personalità del direttore e dare un’impressione invece che un’altra può già rappresentare il 50% della gara in salita o in discesa. Non prepararsi e poi ripetere più volte i nomi dei calciatori storpiandoli, ad esempio, è uno dei migliori modi per apparire poco lucido e seri.

Una volta in campo, “e dobbiamo ancora fischiare”, c’è altro da fare.

L’ingresso, il saluto, il sorteggio, il controllo delle reti e degli assistenti di parte, il posizionamento iniziale…. Tanti “piccoli dettagli, ma non dettagli piccoli”.

Pertanto, Daniele ha trasportato i suoi giovani colleghi  in un percorso di microanalisi, volto all’analisi degli eventi e di sé stessi, alla ricerca delle motivazioni al miglioramento e delle chiavi per giungere allo stesso.

Con umiltà ma anche con consapevolezza del suo percorso e dei suoi sacrifici, termine che ha ripetuto più volte. Perché è così che si vince da arbitri, è così che si vince nella vita.

“Questo, sono io” diceva mostrandoci l’incontro di Under 15. E questi siamo noi. Che facciamo queste gare ogni domenica. Come Daniele. Ma per poter pensare a dove saremo tra 20-30 anni serve fame, grinta, voglia, impegno, pratica costante. La giusta mentalità.

Grazie Daniele per averlo ricordato.

Ma ora tocca a noi, dobbiamo ancora fischiare.

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